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01/02/12

L'Esa si prepara a difendere la Terra dagli asteroidi

Secondo l'Esa (Agenzia Spaziale Europea) il rischio di collisione tra la Terra e un asteroide esiste ed è concreto così sta lavorando a delle soluzioni per difenderci dai possibili impatti del 2029 e del 2036.

Articolo da Yahoo!

07/12/11

Yahoo! News!!!

Hola di nuovo!!! Adesso vi lascio queste due interessantissime news,come sempre,da Yahoo!!!

1) 4 segni curiosi di una lunga vita

2) Scoperto un pianeta blu gemello della terra


22/09/11

Un satellite si sta per schiantare sulla Terra. Cosa c’è da sapere


Il momento si avvicina e alla Nasa sono tutti con gli occhi al cielo (e ai computer). L'Upper Atmosphere Research Satellite (Uars), mandato in pensione sei anni fa, è in fase di rientro sulla Terra. Un brusco rientro, non controllato, e da domani potrebbero piovere detriti. Ecco un riepilogo di tutto quello che l'Agenzia spaziale statunitense ci ha fatto sapere fino ad oggi.


Che cosa è Uars?
L'Upper Atmosphere Research Satellite è stato lanciato venti anni fa, con lo scopo di raccogliere informazioni sulla salute dello strato di ozono. Dopo 14 anni è stato spento e fatto scendere a un'orbita compresa tra 245 e 275 km di altitudine. Ora si trova tra i 225 e i 205.


Quanto è grande?
Lo hanno paragonato a uno scuolabus, 10,7 metri per 4,6, per un totale di circa 6 tonnellate. Si pensa che il satellite si frammenterà in più di 100 parti al contatto con l'atmosfera terrestre, la maggior parte delle quali brucerà. Solo 26 pezzi di metallo dovrebbero sopravvivere allo scontro. Il più grande, comunque, ha un peso notevole: circa 136 Kg. In tutto, dovrebbero piovere sulla Terra circa 544 Kg di detriti.


L'ora X
Le ultime previsione degli scienziati della Nasa danno una finestra temporale di tre giorni. I pezzi potrebbero precipitare al più presto domani, giovedì 22 settembre, o, al più tardi, sabato 24. Mark Matney, esperto di detriti spaziali del Johnson Space Center di Houston, confida di avere in mano informazioni più precise domani stesso. A quel punto, la finestra potrebbe essere ristretta a qualche ora. La difficoltà dei calcoli dipende anche dal fatto che i detriti viaggiano a una velocità di circa 28mila chilometri orari (o 8 chilometri al secondo).

Strike zone
Ogni continente, tranne l'Antartide, rientra nella zona di possibile impatto, che va dai 57 gradi di latitudine Nord ai 57 gradi Sud, secondo quanto dice l'agenzia Ap. Un'area che a Nord parte da Edmonton (Canada) e Aberdeen (Scozia), mentre a Sud arriva fino Capo Horn, la punta più meridionale del Sud America. E i detriti potrebbero spargersi su un tratto lungo circa 800 Km.


Stima del rischio
Secondo i calcoli della Nasa, le probabilità che uno dei 26 frammenti colpisca un essere umano sono di 1 su 3.200 (per contro, la probabilità di essere coinvolti in un incidente stradale è di 1 a 10mila). Da quando i satelliti vengono rottamati e fatti rientrare sulla Terra, nessuno sarebbe mai stato colpito, né sono stati riportati gravi danni alle proprietà.

Non c'è proprio da preoccuparsi?
No, almeno secondo Jonathan McDowell, ricercatore presso l'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge (Massachusetts, una delle zone che potrebbero essere interessate dalla pioggia di detriti): "C'è roba pesante che cade dal cielo quasi ogni anno. Quest'anno, due stadi di razzi russi massicci hanno fatto un bel botto, per esempio".

Cosa fare nella remota probabilità di trovare un frammento del satellite
Non toccarlo e avvisare le autorità. Non perché sia pericoloso - la Nasa dice che non vi alcun elemento chimico tossico - anche se potrebbe essere tagliente. Ma perché è proprietà del governo degli Stati Uniti. Prenderlo per venderlo su eBay, quindi, potrebbe quindi essere una pessima idea, punibile per legge.

La prassi per la fase di rientro
Quando Uars fu lanciato, nel 1991, la Nasa non si preoccupava ancora molto del momento del rientro. Oggi, invece, i satelliti devono essere costruiti in maniera che brucino al contatto con l'atmosfera, o devono essere caricati con abbastanza carburante da dirigersi verso l'oceano o per sostenere un'orbita più alta.

Altri storici, bruschi rientri
La stazione spaziale russa Mir è stata fatta precipitare nell'oceano, con un rientro pilotato, nel 2001. Ma una delle sue parti, Salyut 7, era caduta senza controllo nel 1991. L'ultimo caso è stato quello di un grande satellite della Nasa nel 2002. Il più noto, comunque, è quello dello Skylab, la prima stazione spaziale statunitense, nel luglio del 1979. Fortunatamente, si tuffò nell'Oceano Indiano; altri pezzi caddero in una parte disabitata dell'Australia. Nella gallery trovate i rientri più celebri.

Lo Uars sarà visibile?
Sì, se cadrà di notte: qualcuno che si trova nei pressi potrebbe avere la fortuna di assistere allo spettacolo, preferibilmente non troppo da vicino.

Articolo Yahoo!Notizie

14/09/11

Attenzione, un satellite precipita sulla Terra (e non si sa dove)

Immaginate di essere la Nasa e di voler rottamare un satellite che orbita a 600 km di altitudine. Come fareste? Semplice, spegnete i motori e aspettate che precipiti sulla Terra. Fin qui tutto bene, ma cosa succede se il dispositivo in questione è grande come uno scuolabus e non avete idea di dove andrà a sfracellarsi? È la procedura standard: la Space Agency statunitense ora si trova a dover gestire la caduta fuori controllo di un bestione di quasi 6 tonnellate. Si chiama Upper Atmosphere Research Satellite (Uars), e verso la fine di settembre dovrebbe impattare in una località ancora sconosciuta tra il Canada e il Sudamerica.


Stiamo parlando di un dispositivo lungo 11 metri e largo 4,5 che, a contatto con l' atmosfera terrestre, si incendierà sbriciolandosi in migliaia di frammenti. Di questi, circa 26 raggiungeranno la superficie del pianeta sotto forma di una pioggia di detriti del peso totale di circa 500 kg. Nonostante la missione di rientro fosse stata già programmata da tempo, la Nasa si è resa conto solo recentemente di non essere in grado di predire il luogo esatto in cui impatterà l'ammasso di spazzatura spaziale (il più grande potrebbe pesare fino a 150 kg).


Di solito le carcasse dei satelliti vengono fatte precipitare nel bel mezzo dell' Oceano, dove non possono nuocere ad anima viva. In base a questa procedura, infatti, ogni anno la Nasa mette fine senza troppi problemi alla carriera di almeno un dispositivo dalle dimensioni paragonabili a quelle di Uars. Questa volta, però, qualcosa deve essere andato storto con i complessi calcoli di rientro.


"In gioco ci sono troppi fattori che non riusciamo a valutare", spiega a Space.com il maggiore Michael Duncan, capo del comando Usa per la sicurezza spaziale:  "La composizione dell'atmosfera varia di giorno in giorno, e non possiamo fare alcuna previsione sulle dinamiche della fase di rientro. Secondo le migliori stime, possiamo dire che Uars cadrà sulla Terra verso la fine di settembre".
Il grande satellite da 750 milioni di dollari era stato messo in orbita nel 1991 per raccogliere dati sullo stato di salute dello strato di ozono che scherma l'atmosfera terrestre dalle radiazioni solari. Poi, dopo 14 anni di onorato servizio, i tecnici della Nasa hanno inviato a Uars tutte le istruzioni per innescare l'irreversibile fase di rientro. Oggi, a 6 anni di distanza dallo spegnimento dei motori, il satellite è sceso a un orbita compresa tra 245 e 275 km di altitudine (l'incendio e la frammentazione dello scafo dovrebbero avvenire intorno a quota 100 km).
Nonostante il luogo dell'impatto di Uars non possa essere definito che con 10mila km di incertezza, la Nasa assicura che il rischio per le persone è molto basso.
La possibilità che qualcuno venga colpito da un frammento satellitare caduto dallo Spazio è 1 su 3.200 (quella di incidente stradale è di 1 su 10mila), ma fino a oggi non si sono mai verificati incidenti di questo genere, perché di solito i dispositivi spaziali impattano in aree disabitate.
Comunque sia, niente allarmismi. La Nasa fornisce periodicamente gli aggiornamenti sulla fase di rientro del satellite. Inoltre, in tutto il mondo si sono allertate schiere di osservatori spaziali fai da te, che esplorano il cielo in cerca di tracce di Uars. Gli appassionati di skywatching assicurano che la caduta di queste piogge di detriti sono uno spettacolo imperdibile. Non ci resta che attendere la fine di settembre e vedere se il dispositivo cadrà sulla terra ferma. Nel caso qualcuno di voi fosse così fortunato da assistere in prima persona all'impatto, ricordatevi di non toccare il satellite e di avvertire le autorità. Alla Nasa non piace che qualcuno sbirci tra i rottami dei suoi gingilli spaziali.


Articolo Yahoo!

13/04/11

Un asteroide vicino vicino

Articolo originale: CLICCA QUI!


Ci risiamo: un altro asteroide sta per avvicinarsi un po' troppo alla Terra. La notizia arriva dagli States e il pianetino in questione si chiama 2005 YU55: avvistato per la prima volta 6 anni fa, non sembra rappresentare un rischio.
Ma gli scienziati del Minor Planet Center di Cambridge (Massachusett) lo hanno comunque catalogato tra i "potentially hazardous asteroid", cioè gli asteroidi potenzialmente pericolocosi.

Il corpo celeste, del diametro di circa 400 metri, il prossimo 8 novembre passerà infatti vicino alla Terra. Ma vicino per davvero: secondo gli astronomi sfilerà a sole 0,85 distanze lunari da noi, pari a circa 325.000 km. Nessun corpo celeste di queste dimensioni si è mai trovato a una distanza così ridotta dal nostro pianeta.

Ma possiamo stare davvero tranquilli? Secondi gli scienziati sì: al momento, secondo quanto riporta il sito Popular Science, la loro più grande preoccupazione è quella di riuscire ad approfittare della ghiotta occasione per fotografare e studiare da vicino il corpo celeste. Il loro obiettivo è quello di costruire un modello 3D dell'asteroide e calcolarne peso e densità in modo da poter realizzare modelli previsionali in grado di dire quando e con che rotta si avvicinerà di nuovo alla Terra.
Eppure gli asteroidi non sono solo una minaccia cosmica: Josh Emery dell'Università del Tennessee e Andrew Rivkin della Johns Hopkins University, in uno studio pubblicato lo scorso anno, affermano di aver rilevato la presenza di acqua e di materia organica sull'asteroide 24 Themis, un piccolo pianeta roccioso di circa 200 km di diametro che si trova tra Marte e Giove.
Secondo gli scienziati questa scoperta avvalorerebbe la tesi secondo la quale proprio gli asteroidi, ma anche le comete, cadendo sul nostro pianeta, avrebbero portato la prima acqua e le prime sostanze organiche necessarie ad innescare i complessi meccanismi di formazione della vita.

30/03/11

NEWS !!!!

Oggi,ho trovato solo due piccole news davvero molto interressanti,per lo meno (come si dice) poche ma buone!

1) Milionari prima della laurea: le storie dei giovani che ce l’hanno fatta

2) Due miliardi di pianeti come la Terra?


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